Prima di parlare dei tipi di intelligenza artificiale e dei suoi sottoinsiemi è importante ancora una volta capire di cosa stiamo parlando a livello generale.
Il Politecnico di Milano fornisce questa definizione di AI: “L’Intelligenza Artificiale, in inglese Artificial Intelligence (AI), è il ramo della computer science che studia lo sviluppo di sistemi hardware e software dotati di capacità tipiche dell’essere umano ed in grado di perseguire autonomamente una finalità definita prendendo delle decisioni che, fino a quel momento, erano solitamente affidate agli esseri umani“.
Secondo SAP, l’intelligenza artificiale (AI) è una tecnologia che consente alle macchine di mettere in atto ragionamenti e capacità simili a quelli umani, come il processo decisionale autonomo. Grazie all’assimilazione di grandi quantità di dati di formazione, l’IA impara a riconoscere il linguaggio, individuare schemi e tendenze, risolvere proattivamente i problemi e predire le condizioni e gli eventi futuri.
Wikipedia riporta: l’intelligenza artificiale (in sigla italiana: IA o in inglese AI, dall’acronimo di Artificial Intelligence), nel suo significato più ampio, è la capacità (o il tentativo) di un sistema artificiale (tipicamente un sistema informatico) di simulare l’intelligenza umana attraverso l’ottimizzazione di funzioni matematiche. In particolare, si tratta di un settore specifico della ricerca scientifica nelle scienze informatiche che studia e sviluppa programmi in grado di svolgere predizioni a partire da un insieme di dati non impiegato durante la fase di allenamento di questi ultimi.
In sostanza per intelligenza artificiale si intendono macchine dotate di funzioni cognitive come la risoluzione di problemi e l’apprendimento normalmente riferibili all’intelligenza umana.
Le basi teoriche dell’AI possono essere fatte risalire agli anni ’50 del secolo scorso, in particolare al matematico Alan Turing. L’aumento della potenza di calcolo, l’avvento delle reti neurali e degli algoritmi di deep learning consente oggi alle macchine di elaborare grandi quantità di dati e imparare da essi.
L’ AI debole è un sistema di intelligenza artificiale progettato per eseguire un compito o una serie di compiti specifici, senza la capacità di comprendere o ragionare al di fuori di tali compiti. Questo è il tipo di AI utilizzato nelle applicazioni attuali.
La parola debole non si riferisce a una mancanza di capacità o di potenza, ma solo all’enorme distanza che la separa ancora dalla comprensione o dalla coscienza umana. Alcuni esempi di IA debole sono gli assistenti vocali, il riconoscimento di immagini, la traduzione di testi, l’individuazione di mail di spam o la guida autonoma.
L’ AI forte è teorizzato come un sistema di AI che sarebbe in grado di svolgere correttamente qualsiasi compito intellettuale normalmente eseguito dall’uomo, forse anche in modo migliore. Questa forma di AI sarebbe in grado di ragionare, pianificare, apprendere e adattarsi autonomamente a nuove situazioni, proprio come un essere umano. L’IA forte non esiste ancora, anche se sono in corso attività di ricerca e sviluppo nel settore con alcuni progressi promettenti.
Per AI superintelligente si intende un sistema ipotetico di AI consapevole che supera l’intelligenza umana. Teoricamente, questi sistemi avrebbero la capacità di migliorare se stessi e prendere decisioni con un’intelligenza superiore a quella dell’uomo avendone assimilato i tratti del comportamento e dell’intelligenza e potendo contare su un’immensa potenza analitica e di elaborazione. Chiaramente questo tipo di AI ad oggi è solo teorizzata.